Donna malata di estetismo, piena di paure e nevrosi, si uccide per sfuggire alle trame da lei stessa ordite e alla terribile noia che la soffoca.
Non riuscendo a realizzare la bellezza a cui aspira, esce di scena brutalmente, lasciando sopravvivere i protagonisti della sua vita quotidiana, piccola-borghese e ipocrita.
Hedda è un’eroina antipatica, che brucia libri e teme la maternità, simbolo della morte dell’arte in una cultura di massa, un tragico testamento sull’impossibilità di essere autori e attori nel salotto dell’intrigo.
Lo studio esplora l’intera opera di Ibsen, analizzando temi e archetipi, trovando in Hedda Gabler una sintesi paradossale di tali ruoli e un misterioso legame con il padre, metafora sulla scrittura.