Elogio del disordine
Riflessioni sul comportamento dell'attore
Altri Contributi di Brunella Torresin
Collana Le teorie
Lingua Italiano
Il libro
Il tecnico, l’interprete si trasforma qui, sotto i nostri occhi, nelle pagine dei diari, nelle lezioni, negli scritti e nelle conferenze, in uno studioso, in un artista e in un intellettuale del teatro.
La sua attenzione teorica ritorna al Paradosso di Diderot, si alimenta di Hegel e di Nietzsche, di Jung (più che Freud) e di Artaud, mescolando, fino a confonderle, la teoria e la pratica dell’attore, in modo che, vicendevolmente, si svelino e si rinnovino.
In tal modo Jouvet, inoltrandosi nella vivisezione dell’attore, si è trovato a svolgere contemporaneamente anche un’autopsia: quella del cadavere del teatro, finito per mancanza di un senso, forte, che lo guidasse.
Ponendosi ai margini di questo corpo esanime, Jouvet gli ha dato nuova vita, con un tentativo di ricomposizione che non poteva che partire dal corpo dell’attore, dal suo comportamento, e ritornarvi.
Da qui il lavoro per la scena, dove le azioni fisiche – come le definiva Stanislavskij – si combinano con le motivazioni e le intenzioni, in modo da connotare espressivamente quel sentimento drammatico che è alla base di ogni accadimento teatrale.
Dai suoi scritti qui raccolti, per la prima volta tradotti e pubblicati in Italia, emerge la fisionomia, diversa da quella consacrata, di un attore che ha riformulato le ragioni e il senso proprio del fare teatro, per se stessi e in rapporto agli altri.
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