Il libro
La raccolta contiene una parte importante della drammaturgia di Lina Prosa, in cui emerge la sua idea precisa di scrittura, una continua peregrinazione alla ricerca di un impossibile «riposo».
Come nella costruzione del mondo, questi testi sono animati da non-personaggi, o meglio, creature che «ballano su un piano instabile», in cui diventano figure poetiche, pronte alla rivolta.
Il loro destino spesso si identifica col teatro stesso, fino al punto che una sola sconfitta può travolgere il senso del teatro.
Come in Ingrid e Lothar, Actor Studio-19 – numero da pandemia, numero che contamina – o il sogno di rivoluzione di Cosimo-Detenuto, la carcassa di una macchina deus ex machina e tanti altri episodi drammaturgici in cui scene e personaggi vengono ritratti al momento dello scoppio di un temporale o di una minaccia collettiva.
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