Si chiamano solo per esistere, si fanno domande senza risposte: Totò e Vicé, angeli o demoni, morti o vivi, anime sospese tra cielo e terra.
Stupiti davanti al mistero dell’esistenza, esplorano l’assurdo: giocano a palla con la luna, a nascondino con la morte, camminano a occhi chiusi per vedere ciò che a occhi aperti non potrebbero.
Tra innocenza e follia, rappresentano il passaggio dal noto all’ignoto, con una forza eversiva che distrugge ogni pretesa di razionalità.
La loro comicità è una critica agli assoluti e rivela la contraddittorietà dell’esistenza.
Dal 1993, il testo, composto di frammenti, si è moltiplicato in molteplici versioni.
Poco prima di morire, l’autore lo ha ridisegnato per questa pubblicazione.
In chiusura, un saggio di Dario Tomasello colloca la drammaturgia di Scaldati nella tradizione teatrale italiana.