Bob Wilson. La magia del teatro totale
«La Repubblica»
Dice di considerarsi «soltanto un artista», rifiutando tutti gli sforzi di etichettature e di distinzione tra regista, pittore, scenografo. Bob Wilson, nell’intervista che apre il libro di Gigi Giacobbe, ribadisce che «il teatro è la somma di tutte le arti». Era il 1994 quando il grande regista texano portava al teatro Vittorio Emanuele di Messina, con la sua Alice, che s’era sforzato di vedere «con gli occhi di Lewis Carroll».
Al teatro visionario di Bob Wilson in Italia è dedicato il volume del critico teatrale messinese (edito da Cue Press), che mette assieme le suggestioni degli spettacoli-cardine del regista inseguiti lungo il Paese, da Spoleto alla Sicilia: diverse, infatti, sono state le incursioni di Wilson nell’isola, da T.S.E., la sua indimenticabile versione della Terra desolata di Eliot alle Orestiadi di Gibellina, da Persefone a Taormina per il Premio Europa a La donna del mare di Ibsen al teatro Biondo di Palermo per il Festival sul Novecento del 1999, fino a Ortigia, 2003, con La tentazione di sant’Antonio.
Il libro non ha una struttura saggistica ma mette assieme stralci pubblicati dall’autore, un’antologia di pensieri di Wilson sulla sua idea di teatro e dintorni, un’introduzione di Dario Tomasello e una postfazione di Roberto Andò, ovvero il regista che, da direttore artistico delle Orestiadi, del Festival sul Novecento e infine dell’Ortigia Festival, ha legato il nome del regista americano ai momenti più fecondi della cultura in Sicilia e che ha realizzato un documentario partendo dall’installazione di Wilson alla Biennale di Venezia, Memory loss. Andò cita una frase di Wilson sul suo lavoro, riportata nel florilegio di opinioni sparse: «Per me l’interpretazione non spetta al regista, all’autore o all’interprete, ma al pubblico. Mi piace semplicemente considerare il mio teatro come il lavoro di un artista. Ho lo stesso interesse per il movimento, la parola, la luce, il suono, le immagini. Sono convinto che il teatro sia il luogo dove possono incontrarsi tutte le differenti forme dell’arte». Un autentico manifesto del suo teatro totale, quello che ha sedotto e diviso, da Einstein on the beach in poi.