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Intervista a Mattia Visani: com’è nata la Cue Press
8 Dicembre 2016

Intervista a Mattia Visani: com’è nata la Cue Press

Cristina Catanese, «Tropismi»

Un giorno di pioggia del marzo 2016, a Imola, ho conosciuto Mattia Visani, il fondatore della casa editrice Cue Press (vincitrice del Premio Hystrio, ventiseiesima edizione, anno 2016) che si occupa di letteratura teatrale, cinematografica… e non solo. Lo ringrazio per questa preziosa intervista.

Ciao Mattia, intanto, ti chiederei di raccontarci qualcosa di te, di cosa ti sei occupato prima della nascita di Cue Press.

Di teatro. Quella che mi ha portato all’editoria per le arti dello spettacolo è una passione che mi ha accompagnato fin da ragazzo quando, durante i miei studi di lettere, ho deciso di iscrivermi alla scuola del Teatro Stabile di Torino. I primi passi all’interno del mondo dello spettacolo, quindi, li ho mossi nel suo cuore pulsante: sul palcoscenico; prima come attore, poi anche con un’attenzione alla regia. In seguito ho iniziato a scrivere testi di critica teatrale per riviste di settore, finché sono arrivato, nel 2011, alla pubblicazione di uno studio personale con Ubulibri.

Come e quando è nata l’idea di fondare Cue Press?

L’idea di fondare Cue Press è nata proprio al termine dell’esperienza con Ubulibri, che ha cessato l’attività proprio quell’anno. Si perdeva, così, il punto di riferimento dell’editoria dello spettacolo, attorno al quale negli anni si sono raccolti i più importanti e prestigiosi interpreti della scena italiana. Cue Press ha voluto rilanciare questa sfida. L’editoria dello spettacolo doveva muoversi su altri binari per poter arrivare ai propri lettori e assicurarsi ugualmente una sostenibilità sul mercato. Mettere in connessione le nuove possibilità tecnologiche legate all’editoria e alla multimedialità con il mondo del teatro sembrava essere l’unico modo per rivitalizzare questa nicchia editoriale così esigente. Da questo punto di partenza, Cue Press ha potuto contare sull’impegno e la determinazione di una variegata tipologia di appassionati: drammaturghi, studiosi, professori universitari e studenti, che, ognuno nel suo modo, ha reso possibile questa sfida.

Cue in inglese significa battuta d’entrata. Voi vi occupate di testi sia teatrali sia di saggistica riguardante il teatro e il cinema. Com’è oggi l’editoria teatrale? E quella cinematografica? Inoltre, quali sono le vostre collane?

Dall’inizio abbiamo deciso di rivolgerci verso quelle che sono comunemente definite nicchie editoriali. Sentivamo il bisogno di andarle a tirar via da quell’angolino in cui stavano sparendo, e per farlo dovevamo ripensare al concetto di nicchia. L’editoria dello spettacolo, in particolare riferimento a quella teatrale, ha un pubblico esiguo, composto da poche migliaia di unità sparse di qua e di là per l’Italia, accomunate, però, da una passione indiscutibile e riconoscibile per tutto ciò che è teatro. Pensare di rivolgersi a loro secondo le tradizionali modalità editoriali è impossibile, oltre che insostenibile economicamente. Quello che stiamo cercando di fare è creare un punto di riferimento affidabile per questa sorta di community, in modo che essa possa contare su un’offerta editoriale di qualità e sempre più stimolante. Per quanto riguarda il cinema, invece, il discorso è un po’ diverso, ma non troppo. Potenzialmente l’editoria cinematografica sarebbe in grado di raggiungere una fascia di appassionati molto più estesa: contando sullo stesso zoccolo duro degli studiosi e dei professionisti del settore, si va ad aggiungere un numero indefinito di interessati su livelli diversi. Anche l’offerta editoriale è complessivamente più ricca e strutturata. Dal nostro punto di vista, guardiamo all’editoria cinematografica con la stessa intransigenza dal punto di vista qualitativo di tutte le nostre edizioni, cercando di andare a proporre e riproporre alcuni testi di assoluto valore culturale, accompagnati da qualche novità interessante per questo tipo di editoria. Per quanto riguarda le collane in cui articoliamo la nostra proposta, ci muoviamo sostanzialmente in tre direzioni.
I Saggi, con cui andiamo a recuperare, ripubblicandoli, le pietre miliari della storia degli studi teatrali. Nel nostro catalogo vantiamo l’espressione più alta della ricerca dell’arte scenica, dalle regie di Stanislavskij, agli scritti sul proprio teatro di Edward Gordon Craig e Strindberg, o ancora ai saggi di Cesare Molinari, di Meldolesi e così via, che rappresentano per noi un grande tesoro da custodire e condividere. Davvero citare solo alcuni dei nostri autori sarebbe fare torto agli altri, tale è il valore delle nostre firme.
I Testi, in cui vanno a raccogliersi tutte le drammaturgie dei più interessanti autori di teatro della scena contemporanea. È la parte più vivace e dinamica del nostro catalogo, attraverso cui puntiamo a raccontare e a far conoscere la realtà della drammaturgia attuale e il suo modo di rispondere anche agli eventi più attuali. Abbiamo l’onore di ospitare in questa collana i testi di alcuni dei più innovativi e riconosciuti drammaturghi italiani, oltre che di grandi autori internazionali come Pascal Rambert, Rafael Spregelburd e John Logan.
Gli Artisti, che rappresenta il luogo in cui si concretizzano le visioni teatrali di alcuni dei più autentici artisti del mondo dello spettacolo contemporaneo. Emerge, da questi testi, un ritratto dello stato attuale dell’arte drammatica effettuato in prima persona da chi ne è protagonista. Parallelamente a queste linee editoriali su cui si fonda Cue Press, ci sono ancora due collane di cui siamo orgogliosi. La prima è un progetto che offre guide turistiche teatrali.
Con le Guide, proponiamo manuali pratici per orientarsi nel mondo e nella storia del teatro e dello spettacolo (insieme a una serie diretta da Porcheddu delle guide turistico-teatrali dei tour di alcune delle più importanti città del mondo che abbiano come oggetti di interesse i teatri, luoghi fisici che nascondono dentro di sé la stratificazione della vita culturale di un’intera città); ci sarà una serie diretta da Marco De Marinis sulla storia dei teatri nazionali d’Europa, un volume di Savarese-Blasi che raccoglie una mappa di tutti i teatri antichi esistenti, infine 50 passi nel mondo del cinema a cura di Giacomo Manzoli. Una collana sempre più ricca e affascinante.
Per ultimo, c’è uno spazio riservato a Edizioni Speciali che ospitano un punto di vista ancora diverso su alcuni eventi particolari, come le celebrazioni per i dieci anni del Pim Off, con cui vogliamo sottolineare esperienze teatrali degne di menzione.

La tua casa editrice ha come obiettivo anche una ribalta digitale. L’e-book è più gettonato del cartaceo?

Tra poco più di un mese presenteremo la nostra nuova piattaforma di editoria digitale, uno strumento all’avanguardia: niente dello stesso livello è stato realizzato finora in Italia, nel campo dell’editoria. Sarà una grande novità. Una piattaforma multimediale e multilingue per offrire un’esperienza di lettura di alta qualità. La stessa identica cura e attenzione la mettiamo nei libri di carta che produciamo. E la qualità dei nostri manufatti è sempre molto apprezzata. È importante muoversi parallelamente su entrambi i binari, per andare incontro a un pubblico vario e stare al passo coi tempi. Da qualche anno in America le vendite di e-book hanno già superato quelle del cartaceo. Tendenza che, più lentamente, si sta confermando anche nel Vecchio Continente, dove i lettori digitali sono in continua crescita. A favorire ciò, oltre all’interesse dei colossi dell’e-commerce come Amazon e delle più grandi case editrici, ci sono le possibilità che il digitale ha permesso al mondo del libro, che per tradizione non è il settore più disposto all’innovazione. Il digitale ha permesso di aumentare l’esperienza della lettura che, da un lato, può continuare a contare sull’anima imprescindibile di un libro: il testo; dall’altro può avvalersi di strumenti di supporto e di approfondimento alla lettura stessa che permettono di spaziare in tempo reale su contenuti affini, ricerche specifiche e testimonianze multimediali. In questa direzione, già da qualche anno abbiamo lanciato Siamo asini o pedanti? di Marco Martinelli, che ha rappresentato il nostro primo libro multimediale, in cui i testi scritti nel 1989 dall’autore ravennate sono stati affiancati da una serie di video inediti che, scorrendo di pari passo alle pagine dell’ebook, ne hanno testimoniato la vita dell’azione teatrale nel corso degli anni. Da questo punto di vista, l’editoria teatrale, con la sua necessità di aggrapparsi alla parte più concreta dell’esperienza teatrale, ne risulta profondamente rivitalizzata.

Quali testi e quali manuali consiglieresti a persone poco esperte di teatro per approcciarsi al genere?

Beh, i libri di Cue Press!

Quali sono le prossime uscite edite Cue Press che consigli ai lettori?

A primavera esce Il teatro postdrammatico di Lehmann!

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