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Nel 1960, L’«Orestiade», tradotta da Pasolini, per Vittorio Gassman, fu una prima tempestosa
27 Febbraio 2023

Nel 1960, L’«Orestiade», tradotta da Pasolini, per Vittorio Gassman, fu una prima tempestosa

Andrea Bisicchia, «Libertà Sicilia»

Cercare una catalogazione nella quale includere il libro di Pino Tierno pubblicato da Cue Press potrebbe sembrare difficile, non potendolo inserire in un «genere», poiché non appartiene né alla saggistica né alla storiografia teatrale da intendere in senso tradizionale. Anche se, al suo interno, si può trovare l’una e l’altra, lo si potrebbe inserire in una collana di «Guide», come ha fatto l’editore, ma si tratta di una «Guida» molto oculata e ricca di indagini, di tipo erudito.

L’autore ha scelto venticinque esemplari che sono diventati veri e propri classici del teatro mondiale per raccontare al lettore cosa sia avvenuto dopo il loro debutto, benché non di tutti si posseggano dei documenti che possano attestare l’esito del pubblico e dei critici del tempo; mentre risultano numerosi, per quanto riguarda gli spettacoli, a cominciare dal Settecento o dall’Ottocento.

I testi scelti sono organizzati dall’autore in maniera tale che il lettore possa, per prima cosa, conoscere la sinossi, a cui fa seguire un’indagine di tipo saggistico che si conclude col riferimento alle «tempeste» avvenute la sera della «Prima», tempeste che divennero, nel caso di Ernani (1830), una vera e propria «battaglia» tra chi sosteneva il classicismo e chi parteggiava per il romanticismo, di cui la tragedia di Hugo era un fulgido rappresentante. Il piano di lavoro ha previsto anche la presenza di pagine antologiche a corredo dei venticinque testi analizzati.

Pino Tierno parte dalla Medea di Euripide, che, certamente, non fu accettata dal pubblico ateniese per diversi motivi, tra i quali quello di accettare una straniera o, addirittura, una maga che aveva poco a che fare con la cultura occidentale; in particolare con quella di Corinto, la città che l’aveva ospitata ma che l’aveva separata dal marito, avendola costui ripudiata per sposare la figlia di Creonte, con le conseguenze note a tutti.

Segue la Lisistrata di Aristofane, anch’essa contestata per la scelta controcorrente fatta da una donna che decide e che fa decidere tutte le donne della comunità di non concedere il proprio corpo ai mariti finché non metteranno fine alla guerra tra Sparta e Atene.

Seguiranno altre prime contestate, come I Menecmi di Plauto, La Locandiera, Il Misantropo, ecc.

Se arriviamo ai secoli più vicini a noi, come non ricordare l’altra «battaglia», quella combattuta al Teatro Valle di Roma in occasione della «Prima» dei Sei personaggi, su cui si abbatté una vera tempesta di fischi, di urla come «manicomio, manicomio!», con l’autore costretto a fuggire, insieme alla figlia, che ne rimase turbata per lungo tempo. Qualcosa di simile era accaduto con Risveglio di Primavera di Wedekind, che osò portare in scena le pulsioni sessuali di una giovane generazione, con tragiche conseguenze.

Tra le «Prime Tempestose», come non ricordare i due testi che hanno rivoluzionato il teatro del secondo Novecento: La cantatrice calva di Ionesco (1950) e Aspettando Godot di Beckett (1953), entrambi apostrofati con accuse un po’ simili: assenza di una trama, mancanza di nessi logici, accumulo di frasi strampalate. I due teatri dove avvennero i debutti, il Théâtre de la Huchette e il Théâtre de Babylone, pur se dovettero sopportare fischi, abbandoni da parte degli spettatori e lettere di protesta, attuarono una vera e propria resistenza nei confronti dei due autori, ai quali il successo fu riconosciuto qualche anno dopo.

Altre «Tempeste» si abbatterono sul Living, quando portò a Milano Paradise Now, lo spettacolo più contestato e più censurato della Compagnia americana, al quale parecchi di noi hanno partecipato, rimanendo ultimi testimoni di quella «Prima» carica di fischi, urla, invasione dello spazio scenico, con alcuni critici a loro volta contestati da giovani spettatori e accusati di passatismo.

Il «teatro che divide» continua con Jesus Christ Superstar, di cui si possono leggere tutte le accuse e le proteste raccolte da Pino Tierno, che continua lo stesso lavoro di ricerca con Morte accidentale di un anarchico di Dario Fo, lo spettacolo che ha subito quaranta processi per diffamazione, più volte censurato per motivi di ordine pubblico, ma che sarà tradotto in cinquanta lingue.

E, per finire, come non ricordare Sul concetto di volto nel Figlio di Dio, della Societas Raffaello Sanzio, spettacolo contestatissimo in tutto il mondo e, in particolare, a Milano, al Franco Parenti, quando tutte le sere un gruppo di suore, affiancato da altri religiosi, in un angolo della strada, recitavano insieme preghiere per assolvere il pubblico dal peccato di aver partecipato a qualcosa di sacrilego.

Pino Tierno, 
Prime tempestose

Carta : 22,99

 
Pino Tierno, 
Prime tempestose