Sarah Bernhardt, Colette e l’arte del travestimento
Collana I saggi
Lingua Italiano
Il libro
Di personaggi alti e plebei, allegri e drammatici, sovente trasgressivi, era gremito l’ambiente parigino fra Ottocento e Novecento.
E tali sono anche i personaggi guida di questo libro: l’attrice più grande e la narratrice di maggior futuro del periodo, che attraversarono l’una il mondo dell’altra incontrandosi una sola volta.
Il travestimento entrò nella loro arte e nella loro vita, in un tempo dal travestimento segnato, in senso sia leggero che tragico.
Ma se ci si travestiva allora in più sensi, Sarah Bernhardt e Colette conferiscono un cuore teatrale, problematicamente teatrale, a queste pagine.
Il teatro, come il travestimento, fa diventare un altro, un’altra; e con forza tale che un’attrice senza padre legale – Sarah – creò allora sconvolgenti personaggi maschili, e una piccola artista di caffè concerto – Colette – ne fu stimolata a cercarsi nella scrittura.
Questa e altre dilatazioni disciplinari, fra storia e letteratura, preparano incontri ulteriori, il più importante dei quali, con Virginia Woolf, funge da commiato.
La trama stessa dei riferimenti ha fatto della storia delle donne l’altro osservatorio privilegiato dell’analisi.
Non a caso la vita condotta oltre i limiti prestabiliti fece delle attrici fra i due secoli figure di riferimento delle emancipazioniste e delle donne in genere.
Arduo era il processo di assunzione e superamento dei ruoli nell’arte e nella vita; e il travestimento fu, per molte, un segno sociale di affermazione dell’identità, affrancata dal femminile, in una sfida-esperienza a tutto campo.
Un mondo altro è così dischiuso da questo libro, non solo storico.
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