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In scena una nuova versione della Locandiera
7 Agosto 2022

In scena una nuova versione della Locandiera

Andrea Bisicchia, «La Libertà di Sicilia»

In omaggio al grande regista, andrà in scena una nuova versione della Locandiera, con la regia di Claudio Di Scanno

In occasione della diciottesima edizione del Premio Enriquez, il Centro Studi, diretto da Paolo Larici, ha contribuito alla pubblicazione del libro di Pietro Corvi: La Locandiera nella messinscena di Franco Enriquez. Uno studio prezioso, non soltanto per la ricostruzione filologica dello spettacolo, ma anche per l’attività di ricerca, svolta dall’autore che l’ha trattato come un classico del teatro italiano.

Chiediamoci, allora, quando un testo possa definirsi veramente un «classico». La risposta è molto semplice: quando contiene dei sottotesti che necessitano di un’infinita attività di interpretazioni che, a loro volta, non possono essere mai interrotte perché soggetti a esegesi sempre mutevoli. Basterebbe riflettere su quanti «sottotesti» scorrono in Antigone o in Medea, a quante interpretazioni abbiamo assistito, dal V secolo a.C. a oggi, per capire come anche Mirandolina possa ritenersi pari a loro per le altrettante infinite varianti dovute alle molteplici messinscene. Una parità, però, diversa da quella di Antigone e Medea, essendo vissute in un’epoca in cui la Ragione era sottomessa alla Hubris e, pertanto, alla punizione degli dèi. Mirandolina è una donna dell’Illuminismo, nel suo DNA scorre il sangue della ragione e, come tante altre figure femminili, si rispecchia in tale secolo, che è stato, anche, governato da donne come Maria Teresa d’Austria e Caterina di Russia.

Enriquez, nel mettere in scena la Locandiera, si è proprio rifatto al secolo, costruendo Mirandolina come una donna libera, capace di emancipare non solo sé stessa, ma anche chi le gira attorno, fino a diventare una vera e propria riformatrice dei costumi, così come Goldoni lo era stato del teatro. Sappiamo bene come la vita delle donne settecentesche si consumasse in due luoghi deputati: il salotto e il teatro, luoghi frequentati dall’aristocrazia, ai quali Goldoni contrappose la locanda, una specie di taverna, scarsamente illuminata, spesso squallida, frequentata da clienti un po’ volgari. Mirandolina ha trasformato la sua locanda in un palcoscenico in cui può recitare la sua parte da grande attrice, una specie di Gioco dell’amore e del caso, il capolavoro di Marivaux, senza, però, il travestimento. Enriquez ha scelto questo gioco scenico, ricordandosi di come Goldoni avesse scritto la commedia per la prima attrice, signora Medebach che, essendo ammalata, dovette cedere la parte alla «servetta» Maddalena Marliani, che aveva riscosso un grande successo con Corallina, protagonista di La serva amorosa.

Il lavoro di Pietro Corvi, a cui verrà assegnato il Premio Franco Enriquez, ricostruisce, atto per atto, scena per scena, il passato e il presente del testo, con un apparato bibliografico eccellente, arricchito dall’analisi delle molteplici messinscene, a cominciare da quella di Visconti (1952) con Paolo Stoppa, Rina Morelli, Marcello Mastroianni, Giorgio De Lullo; per arrivare a quelle di Missiroli, con Annamaria Guanieri (1972), di Cobelli, con Carla Gravina (1978), di Patronin Griffi (1987), con Adriana Asti, di Marco Bernardi, con Patrizia Milani (1993) e tante altre, a dimostrazione della vitalità di un classico. Il volume contiene una pregevole iconografia e scritti di Paolo Larici e Mirko Bilò. In omaggio alla Locandiera di Enriquez, a Sirolo, verrà rappresentata la versione fatta dal regista Claudio di Scanno, protagonista Susanna Costaglione.